Luoghi d’interesse

Chiesa di San Lorenzo

La chiesa Parrocchiale di Civitella del Tronto, dedicata all'antico protettore San Lorenzo Martire, in origine sorgeva al di fuori delle mura cittadine, ma venne trasformata in bastione per la difesa del borgo nell'assedio del 1557 per poi essere ricostruita all'interno delle mura, addossata a Porta Napoli.

Nel 1777, per la chiesa, ha inizio una notevole trasformazione di ordine strutturale ed estetico in stile barocco. Di rinascimentale resta solo la facciata, di elegante semplicità, il suo portale e i grandi finestroni dalla profonda strombatura sui fianchi dell'edificio.

L'interno, a croce latina, è composto da una sola navata alla quale furono aggiunte due cappelle laterali a formare un braccio di transetto coronato da una cupola entro un tiburio ottagonale. La torre campanaria si innesta tra il braccio di transetto e l'abside del presbiterio. La chiesa è ornata da grandi nicchie con altari, stucchi settecenteschi, ed impreziosito da arredi lignei di raffinata fattura e l'organo del 1707 oltre ai vari arredi sacri, tra cui un busto e una croce in bronzo, conservati in Sacrestia insieme ad una statua barocca in legno di Sant'Ubaldo con in mano la città di Civitella di cui è il Protettore.

Per quanto riguarda le tele, meritano particolare attenzione una Visitazione e una Madonna del Rosario risalenti al XVI secolo, mentre sono di quello successivo un'Annunciazione e una Deposizione.


Chiesa di San Francesco

La chiesa di San Francesco, inizialmente dedicata a San Ludovico, fu fondata nel 1326, sotto Roberto d'Angiò, dal conventuale civitellese Fra’ Guglielmo, eminente personaggio della famiglia De Savola, vescovo di Alba e poi arcivescovo di Brindisi e di Benevento. Per oltre trecento anni il convento è, per Civitella, un centro di incisiva promozione religiosa e culturale di cui beneficiarono diverse generazioni di cittadini. Infatti proprio grazie al monastero molti uomini sia chierici che laici impararono a leggere e a scrivere. Nel corso dei secoli il complesso subì varie soppressioni, finché, nel 1866 per effetto di un decreto di Vittorio Emanuele II, i conventuali dovettero abbandonarlo.

La facciata, che conserva ancora oggi le caratteristiche originarie, è di stile gotico-romanica è caratterizzata dal bellissimo rosone trecentesco in pietra con cornice intagliata proveniente, secondo la tradizione, dalla chiesa di San Francesco di Campli.

Nell'interno, rielaborato in stile barocco, a navata unica, si conserva un bellissimo coro in noce, con colonnine tortili, del '400, e al di là del presbiterio si trova l'originaria abside a pianta quadrata dalla volta a crociera e costoni gotici impostati su capitelli decorati con il motivo a foglie ripiegate, mentre per il resto la chiesa presenta decorazioni e stucchi settecenteschi. Parte degli arredi, nel 1924, furono trasferiti in Santa Maria dei Lumi; un crocifisso d'argento in San Lorenzo. Attualmente il monastero è adibito, in parte a sede del municipio, in parte trasformato in ristorante albergo.


Chiesa di Santa Maria degli Angeli

La fondazione della chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta anche della Scopa, secondo la tradizione, è assegnata ai primi del '300, durante il pontificato di Giovanni XXII, per quel che si legge sulle sue murature, invece secondo una più attenta analisi appare un edificio databile tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI secolo.

La chiesa è costituita da un'unica navata con tetto a capriate. Il portale ha cornici lisce in travertino e architrave sostenuto dalle tipiche mensole con sfera, che in questo caso hanno superficie esterna contornata da una fila di perline e decorata con una rosetta centrale. Sotto il cornicione appaiono mattoni dipinti a losanghe bianche e rosse.

All'interno, sulla parete sinistra, sotto la moderna intonacatura, resta un residuo della elegante decorazione policroma rinascimentale. Nella chiesa si conserva un Cristo deposto ligneo, di moderna fattura, le cui forme rigide potrebbero far pensare ad opera di mano o di influenza tedesca.

 

Santuario e convento di Santa Maria dei Lumi

Il santuario e il convento di Santa Maria dei Lumi, eretti nel 1466, sorgono su un colle dirimpetto all’abitato, a poca distanza dal breve tratto di strada che immette nel centro storico di Civitella del Tronto. La sua fondazione è attribuita a San Giacomo della Marca.

La storia del convento e della chiesa di Santa Maria dei Lumi è costantemente legata alla storia di Civitella. Ciò non soltanto per gli aspetti religiosi e culturali, ma anche per quelli civili e militari; essendo stati chiamati negli eventi bellici, loro malgrado, a far quasi da controparte della Fortezza. Ogni assedio posto a Civitella li ha sempre coinvolti negativamente e sono stati ogni volta o sede dei comandi attaccanti o bersaglio dei contro-bombardamenti dalla Fortezza. Il complesso ha subito numerosi restauri nei secoli, soprattutto dopo gli assedi nell'ottocento e nel 1960 è stato quasi totalmente rimaneggiato da vari ampliamenti e dalla pesante intonacatura che ha tolto ogni validità estetica alla facciata.

La chiesa è preceduta da un arioso portico romanico ad archi a tutto sesto, impostati ciascuno su quattro pilastri ottagonali. L'interno è nella veste dell'arredo ottocentesco e moderno, con l'unica navata ampliata da una seconda a sinistra. Nell'Altare Maggiore, eretto nel 1922, si conserva una Madonna col Bambino, detta appunto la Madonna dei Lumi, stupenda statua lignea policroma in stile rinascimentale, realizzata da Giovanni di Blusuccio nel 1489. Inoltre vi sono due monumenti sepolcrali nella parte sinistra dell'edificio e ottimi affreschi del pittore Pauri di Grottammare nel presbiterio, nella cupola sovrastante l'altare e nella parte superiore della navata centrale. Nella zona conventuale sopravvive integro il chiostro, adiacente alla chiesa sul lato destro, formato da archi a tutto sesto con ghiera di mattoni sostenuti da colonne ottagonali in pietra con semplici capitelli e basi trapezoidali.

Link esterno: www.santamariadeilumi.it

 


Abbazia di Santa Maria di Montesanto

L'abbazia di Santa Maria di Montesanto è uno dei monumenti più suggestivi dell'intero territorio teramano, ed ha rappresentato nel passato una delle abbazie benedettine più importanti della regione. La tradizione storica ne attribuisce la fondazione a San Benedetto da Norcia, che ne avrebbe avviato in persona la realizzazione nel 542.

Il monastero sorge in cima ad un colle impervio e scosceso, isolato in mezzo ad una zona quasi pianeggiante. Il monumento, a differenza della maggior parte dei monasteri teramani che dipendevano dalle grandi abbazie nazionali, sin dall'età medioevale godeva di larga autonomia esercitando la cura animarum su vasta area tra Teramo e Ascoli. Nel XII secolo, l'abbazia era una delle più potenti della regione: essa, infatti, possedeva ben otto chiese; duemila moggi di terra nella Val Pescara e aveva giurisdizione su numerosi monasteri sorti in seguito. Nel 1259 uno degli abati, Rainaldo, fu eletto vescovo di Ascoli. Alla fine del XV secolo ebbe inizio la decadenza del monastero che perse l'autonomia e subì la confisca dei beni con la soppressione definitiva nel 1797. Il monastero, ridotto in condizioni pietose, ha subito recentemente un radicale restauro riportandolo allo stato in cui era nel XIII secolo.

L’intero complesso, costituito dalla Chiesa romanica di Santa Maria e dagli ambienti dell’Abbazia, è di grande interesse, soprattutto dal punto di vista storico. La chiesa, di elegante sebbene austera semplicità, è una costruzione a navata unica, realizzata ristrutturando la nave sinistra e parte di quella centrale della chiesa più antica. La facciata originale dell’assetto medioevale è ostruita per metà altezza da due ambientini moderni ad essa giustappostiti, ai quali si accede all’interno della chiesa. Le campate erano molto probabilmente coperte in un primo tempo da arconi a sesto acuto che scaricavano il loro peso sui contrafforti laterali, ancora oggi presenti lungo il fianco settentrionale. Il campanile romanico, originariamente nella canonica posizione a fianco della facciata, è attualmente distaccato dal corpo della chiesa abbaziale ed è incorporato nel complesso del monastero. Quest’ultimo è impostato sulla linea dell’antica facciata ed è costituito da due ali fra cui quella antica appare riconoscibile dal corpo di fabbrica avente orientamento est ovest. Sul ciglio della collina rimangono notevoli avanzi del pozzo da cui si prelevava l’acqua contenuta in una enorme cisterna sotterranea, resti di ambientini di servizio oltre a ruderi delle torri di cinta e delle mura che dovevano proteggere l’abbazia in epoca medioevale.